mercoledì 21 maggio 2014

Recensione di Allegiant di Veronica Roth

Recensione
Titolo: Allegiant (#03 Divergent)

Autore: Veronica Roth

Anno: 2014

Genere: Distopia

Editore: De Agostini

Pagine: 538

Prezzo: 14.90 €
Formati:

Disponibile su:       



Trama di Allegiant: La realtà che Tris ha sempre conosciuto ormai non esiste più, cancellata nel modo più violento possibile dalla terrificante scoperta che il "sistema per fazioni" era solo il frutto di un esperimento. Circondata solo da orrore e tradimento, la ragazza non si lascia sfuggire l'opportunità di esplorare il mondo esterno, desiderosa di lasciarsi indietro i ricordi dolorosi e di cominciare una nuova vita insieme a Tobias. Ma ciò che trova è ancora più inquietante di quello che ha lasciato. Verità ancora più esplosive marchieranno per sempre le persone che ama, e ancora una volta Tris dovrà affrontare la complessità della natura umana e scegliere tra l'amore e il sacrificio.


Biografia di Veronica Roth: Veronica Roth nasce a New York nel 1988 è una scrittrice statunitense. Si è laureata in scrittura creativa presso la Northwestern University e ha esordito giovanissima con il bestseller Divergent rubando il tempo agli esami. Ora vive a Chicago e fa la scrittrice a tempo pieno. Divergent è il suo romanzo d'esordio pubblicato negli Stati Uniti nel 2011, ed è rimasto nella top ten dei libri più venduti per tre mesi consecutivi.


Il mio commento: "Non so se prendere il mio adorato tablet e sbatterlo finché non rimane che polvere contro il muro oppure se baciare dove cammina l'autrice..." Questa è stata la mia piena reazione alla conclusione dell'ultima pagina. Indecisione. E dopo tre giorni di riflessioni sono ancora allo stesso punto. 
Premetto che avevo molte aspettative per questo ultimo capitolo perché la saga mi era piaciuta sin dal primo libro.
Prima di cominciarlo mi avevano detto che era straziante, ma mai e poi mai avrei immaginato una cosa del genere.

La situazione... La storia distopica nei primi due libri mi è piaciuta. Questa popolazione che vive segregata in una città pensando che non ci sia nessun altro al di fuori delle mura. Ho letto di una cosa simile in Taken di Erin Bowman (anche se qui i personaggi escono già dopo qualche capitolo). E stare dentro la città andava benissimo, come pure l'uscire, non è questo il problema. Il problema che mi ha fatto piacere Taken e non piacere Allegiant è che nel secondo caso si riduce tutto agli OGM... Seriamente?? L'idea mi è sembrata strana e non adatta... Capisco la questione delle differenze tra genericamente puri (GP) e geneticamente danneggiati (GD), ma voler mostrare che l'uomo non è determinato solo dai geni? No... Sinceramente mi è sembrata una cavolata. Se voleva incentrare la questione sul DNA avrebbe potuto trovare qualcosa di meglio... Già questo mi faceva pensare che fosse un libro non all'altezza degli altri, e poi certo comportamenti dei personaggi...
Un po' triste che si siano perse le varie fazioni (ancora in "Insurgent") che erano la caratteristica di questo mondo distopico, anche se ovviamente la svolta degli eventi rendeva impossibile la loro ulteriore esistenza.  

(Giusto ieri ho visto il film divergent in inglese (ADORO la pronuncia dei nomi non solo i nomi propri ma anche i termini tipo abneganti, eruditi ecc, che ha poco a che fare con il film, ma semplicemente con la lingua inglese, abbastanza fedele eccetto qualche particolare, girato molto bene, anche se c'è poca azione e, almeno per me, poca alchimia tra i due protagonisti (spettacolare Maggie Q, che interpreta Tori, ma molti la conosceranno come Nikita). Cmq ho un po' rinfrescato la storia, ma, arrivando al punto a cui volevo arrivare, mi ha ricordato cos'è un distopico: morte e depressione. Infatti continuavo a dire: oh tu sei morto! Mmm, pure tu! E tu? Ah si... Morto. Quindi capirete perché questa recensione è diventata ancora più deprimente di quanto non sarebbe dovuta essere...)
Anche qui appunto, sono successe cose che mi facevano alzare il sopracciglio che non riesco ad alzare e non perché ero sorpresa, più che altro era per dire: «...»«sono sconvolta, ma non così tanto e non in senso buono».

I personaggi... Cominciamo dall'inizio. Tris, è incredibile. Mi piace moltissimo il suo personaggio. Come cresce durante tutta la storia. Mi è sembrato incredibile come la Roth sia riuscita a renderla perfetta per le tre fazioni a cui era risultata "compatibile" ancora in Divergent. È sia generosa e altruista, sia intelligente, ma soprattutto coraggiosa. Ed è riuscita a mantenere questo fino alla fine...
Non ho quasi più voglia di scrivere... Più penso al libro, più deprimente la mia giornata diventa...
Gli altri personaggi (almeno i sopravvissuti) sono ben costruiti e hanno la loro storia. Alcuni commettono errori, altri invece di crescere ritornano al punto in cui era cominciata la storia.
Christina, come negli altri libri, mi sta sempre più sulle balle. E soprattutto alla fine quando altri lettori hanno insinuato un possibile svolgimento (NO! NO! NO!)
Sempre riguardo ai personaggi una menzione speciale a Quattro dove, guadagna i suoi cinque minuti di celebrità quando la Roth lo fa parlare in prima persona. Alcune parti mi danno il nervoso perché certi suoi ragionamenti e atteggiamenti mi hanno fatto venire voglia di entrare nel romanzo, afferrare Tris, farci quattro chiacchiere per rimettere in riga il suo uomo e andare da Quattro a tirargli i capelli. 

Conteggi finali: Quindi voi direte... Perché il voto massimo con questa recensione così negativa?
Perché è una recensione negativa, non mi è piaciuto il libro, e non solo la fine. Ma il libro in generale. Non è nemmeno per i primo due libri che hanno compensato. Ho messo il voto massimo (ricordatevi che ho avuto modo di rifletterci su per qualche giorno) per l'autrice. Per il coraggio che ci ha messo per finire la storia in questo modo. (E ce ne vuole di coraggio, basta guardare le altre recensioni, ce ne sono poche di positive...) lo stesso coraggio che ha avuto Tris.

*un minuto di silenzio per i caduti*

Dal libro: L’ho sempre saputo, fin da quando ero bambino: la vita ci ferisce, tutti quanti. E non c’è modo di sottrarsi ai suoi colpi.
Ma ora sto imparando un’altra cosa: possiamo guarire, se ci curiamo a vicenda.



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