sabato 14 giugno 2014

Recensione di Quando il diavolo mi ha preso per mano di April Genevieve Tucholke

Recensione
Titolo: Quando il diavolo mi ha preso per mano (#01 Between)

Autore: April Genevieve Tucholke

Anno: 2014

Genere: Urban Fantasy/Horror

Editore: Piemme Freeway

Pagine: 271

Prezzo: 16.00 - 6.99 €
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Disponibile su:           


Trama di Quando il diavolo mi ha preso per mano: Nel paesino di mare dove abita Violet White non succede mai niente... fino a quando River West non affitta la casetta dietro la sua e incominciano ad accadere cose inquietanti: i bambini scompaiono, gli adulti hanno strane visioni e diventano inspiegabilmente violenti. Tutto mentre Violet è sempre più attratta da quel ragazzo misterioso che ormai entra indisturbato in casa sua. Ma River è soltanto un bugiardo dal sorriso irresistibile e un passato misterioso o dietro i suoi occhi ipnotici si nasconde qualcos'altro? La nonna di Violet l'aveva sempre messa in guardia dai giochi che sa fare il diavolo, ma lei non aveva mai pensato che potesse nascondersi dietro un ragazzo dai capelli scuri che si appisola in giardino, adora il caffè e ti fa tremare di passione...


Biografia di April: Ricerca il caffè, i buoni dai capelli rossi, le soffitte e discutere di veleni a colazione. Lei e suo marito Nate Pedersen vivono in Oregon al limite di una foresta.


Il mio commento: Ho appena concluso questo libro che da un po’ mi tormentava con il suo titolo misterioso. Se posso, di solito, evito di leggere la trama e mi concentro invece su titolo, copertina e genere (in modo proprio superficiale!). E così ho fatto anche con questo.

La situazione… Ci sono due gemelli, Luke e Violet (la voce narrante), che vivono da soli (i genitori sono partiti per l’Europa e chi s’è visto s’è visto…) in una reggia diroccata perché sono ormai senza soldi. Per guadagnarne qualcuno, Violet decide di affittare la dependance e all’annuncio risponde un misterioso ragazzo: River. Per buona parte del romanzo (circa poche pagine prima della metà) non ero per niente sicura di cosa parlasse il libro (anche perché, come ho detto prima, non ho letto la trama, ma mi sono lasciata ispirare solo dal titolo), e pensavo quasi fosse un thriller/realistico/horror. E invece poi è entrato in gioco l’elemento fantasy. Da quando ho scoperto questo, il romanzo ha cominciato ad avere (moltoo) più senso e pure a piacermi. Accadono molti eventi strani (morti, visioni, rapimenti e altre malefatte) che nessuno si spiega. La gente impazzisce per caso (o almeno in apparenza). E alla fine abbiamo pure un antagonista che rende ancora più interessanti gli eventi.

I personaggi… Ma torniamo a parlare della protagonista. Violet è (citando River): “attenta. Riflessiva. Percettiva. Più onesta della maggior parte delle persone (di certo più di River, non che ci voglia molto eh…). Detesta l’imprudenza, ma sa essere impulsiva, quando le fa comodo. Odia suo fratello, ma gli vuole bene più che a qualsiasi altra cosa al mondo. Spera che i suoi genitori tornino a casa, ma ha imparato a vivere senza di loro. È per la pace, ma se la spingono al limite può essere di una violenza inaudita.
E poi abbiamo River, che compare all’improvviso e conquista il cuore di Violet. È appunto misterioso (ma più che altro bugiardo) e non si sa molto di lui, almeno finché qualcun altro non ci svela i suoi segreti. Ovviamente è bello da mozzare il fiato e ha un segreto inconfessabile. È un po’ matto da legare (ma chi non lo è?) e sinceramente non è il ragazzo che preferisco nella storia. Già, scioccante… Di solito mi innamoro sempre del protagonista, soprattutto perché così non devo litigare con il libro perché non va come voglio io, ma questa volta il mio cuore è stato catturato da Neely (fidatevi, se trovate strano il soprannome non volete nemmeno sapere il nome vero… Cornelius… Che razza di nome è??). Non vi dico nulla su di lui, perché nella storia compare abbastanza verso la fine e non voglio spoilerarvi niente, ma per chi l’ha già letto: sono l’unica a pensarla così?
Mi fa troppa tenerezza Jack e sono invece un po’ incerta sul personaggio di Luke che non so bene come classificare. Riesco perfettamente a giudicare Sunshine invece nella lista dei no. Con lei proprio non sono riuscita a legare.
E ovviamente abbiamo Freddie (la nonna morta da tempo dei gemelli) a cui Violet pensa sempre, rendendola molto più partecipe alla storia di Luke o Sunshine (alcuni inciuci e rivelamenti piccanti mi hanno fatto aprire gli occhi su di lei, facendola sembrare una persona veramente esistente e non solo un fantasma nei ricordi di Violet).

L’ambientazione… Una cosa da sottolineare, che mi sembra molto importante parlando di questo libro, è l’ambientazione. Sembra quasi scritto in un altro mondo da quanto è diverso dalla realtà di oggi in cui vivo e di cui sono abituata a leggere. Non c’è un computer che sia uno, o un cellulare, la tecnologia sembra un prodotto di fantascienza. Ad un certo punto Violet dice che non ha paura degli estranei perché la loro cittadina era troppo piccola per sviluppare questa fobia e non si fa problemi a lasciare porte e finestre aperte. Decisamente qui a casa mia è la situazione opposta. Comunque questa cosa penso che si sposi bene con il genere un po’ gotico e, appunto, antico, in cui nasce la storia.

Conteggi finali… Sono stata presa veramente dal romanzo solo verso la fine, quando avevo tutte le informazioni, perché prima ero assolutamente: “Aspetta, che?”. Pensavo fosse un romanzo auto-conclusivo anche questo! E invece no, o almeno lo spero per come è finito! Non esattamente da togliere il fiato, ma abbastanza sospeso da invogliarmi a sapere come si concludono le cose. Mi ha dato un po’ sui nervi il nome della casa (Candalù) che viene nominata ben 69 volte!! Non so bene perché ma ogni volta che leggevo la parola un neurone andava a farsi benedire…


Dal libro: «Si smette di aver paura del Diavolo quando lo si tiene per mano.»
Me lo disse Freddie, quand’ero piccola. 
[...]
Freddie non faceva che parlare del Diavolo, quasi fosse il suo migliore amico, o un
vecchio amante. Ma per quanto parlasse del Diavolo, non la vidi mai pregare.
Io pregavo, invece. E mi rivolgevo a Freddie, quando morì. 





3 commenti:

  1. Bellissima recensione! Il romanzo è piaciuto moltissimo anche a me! Pensa la cosa dei computer, telefoni ecc, non l'avevo nemmeno notata :)

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