mercoledì 19 novembre 2014

Recensione di So dove sei di Claire Kendal

Recensione

Titolo: So dove sei

Autore: Claire Kendal

Anno: 2014

Genere: Thriller psicologico

Editore: Garzanti

Pagine: 325

Prezzo: 16.40 - 9.99 €
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Trama di So dove sei: È lui. Ancora lui. Sempre lui. Clarissa lo sa. Non c'è bisogno di ascoltare la segreteria telefonica. Di leggere l'ennesimo messaggio che lampeggia sullo schermo del cellulare. Di scartare i regali che continuano ad arrivare, indesiderati. Il suo volto, i suoi occhi sono dappertutto: qualsiasi cosa lei faccia, lui la sta guardando. Nulla, dopo quella notte, è più come prima. Quando Clarissa ha accettato di uscire a cena con Rafe, un collega dell'università, l'ha fatto un po' per cortesia, un po' per svagarsi. Mai avrebbe immaginato che quelle poche ore potessero stravolgere la sua esistenza. Soprattutto perché lei, di quella notte, non ricorda più nulla. Ma da allora qualcosa nel comportamento dell'uomo è cambiato, è sempre più assillante. Lo spazio intorno si è come svuotato, lasciandoli pericolosamente soli. L'unica via d'uscita sembra venire dalla convocazione a far parte della giuria di un processo. Clarissa deve isolarsi dal mondo esterno, rendersi irreperibile, negarsi a ogni contatto. Al sicuro tra le mura del tribunale, si sente protetta, riesce addirittura a farsi degli amici. Ma l'illusione dura poco. Rafe riesce a raggiungerla anche lì. E man mano che il caso su cui è chiamata a esprimere il proprio giudizio comincia a mostrare più di una somiglianza con quanto sta vivendo in prima persona, Clarissa si rende conto che se vuole liberarsi dalla paura deve controbattere colpo su colpo.


Biografia di Claire: È nata in America ma ha studiato in Inghilterra, dove ha trascorso tuta la sua età adulta. "So dove sei" è il suo primo romanzo. È stato pubblicato in 25 paesi. Claire insegna Lettratura inglese e Scrittura creativa, e vive nel sud ovest con la famiglia. Attualemente sta lavorando al suo prossimo romanzo thriller psicologico. 


Il mio commento: Proprio perché non è il genere che leggo di solito, ho deciso di dargli una possibilità. Mi è piaciuto davvero molto perché la scrittura dell’autrice mi ha catturata, nonostante il tema difficile.

La situazione… La protagonista, Clarissa, è una donna ordinaria. O almeno potrebbe esserlo se Rafe, apparentemente un innocente conoscente, non la perseguitasse giorno e notte. Qualche tempo prima i due sono finiti a letto insieme, anche se Clarissa non ricorda niente di quella notte, anzi, nelle settimane seguenti quell'esperienza si ritrova a pensare il peggio di se stessa. Da quella notte però Rafe diventa una presenza costante nella sua vita, anche se lei vorrebbe l’esatto opposto. Comincia a stalkerarla e lei si sente afflitta dalla situazione e anche se all’inizio può sembrare che non stia facendo niente per risolvere il suo problema, poi in realtà ci accorgiamo che Clarissa sta lottando con tutte le sue forze, sta dando il meglio. Per non essere costretta a vederlo tutti i giorni a lavoro spera di essere chiamata come giurata in tribunale e di passare qualche settimana al sicuro da lui. Per un caso fortunato una mattina viene chiamata e cosa ancora più incredibile, il processo non durerà un paio di settimane come le era stato presentato, ma ben nove. Per lei tutto sembra prendere una piega positiva. Ma non sa ancora che Rafe la potrebbe trovare ovunque, non importa dove si nasconda o con chi lo faccia. Lei non è mai completamente al sicuro da lui. Rafe non ha mai dimostrato comportamenti violenti, almeno finché Clarissa si comportava come era stata educata. Ma capisce poi che l’educazione non la porterebbe da nessuna parte. 

I personaggi… Clarissa è una donna con due sfaccettature. Da una parte è una donna educata, riservata e buona, mentre dall’altra è coraggiosa e pronta a tutto. Quando decide di stare al “gioco” piuttosto che ignorarlo o scontrarsici contro ha sempre una logica e una motivazione dietro (non importa quello che fa però, perché Rafe è più insistente di lei, non è pronto ad arrendersi). Le piace cucire ed è pure molto brava. Durante il processo si vede chiaramente il suo carattere. Socievole perché, anche se riservata, fa presto amicizia con gli altri giurati ed è pronta ad aiutare in caso di bisogno. Mentre durante le testimonianze o gli interrogatori degli avvocati compatisce e si schiera da parte dei più deboli. Ma soprattutto si immedesima in Carlotta Lockyer, in teoria una vittima, ma da quello che viene detto in aula potrebbe essere considerata come un’imputata. Attorno alla vita di Clarissa orbitano pochissime altre persone, e quelle poche cerca di allontanarle, perché ha paura che Rafe possa far loro del male. Tra quelle poche però abbiamo Robert, un pompiere giurato con il quale fa spesso il viaggio in treno, ma soprattutto un qualcuno a cui si affeziona molto. Robert è coraggioso e sembra notare ogni piccolo dettaglio di ogni piccola cosa. Immagino sia una delle caratteristiche che ha sviluppato in seguito al suo lavoro. 
Rafe lavora all’università insieme a Clarissa, anche se quest’ultima è solo un’impiegata. Di lui conosciamo poco, perché Clarissa stessa conosce poco di lui e di certo non vuole conoscerlo meglio. La sua ossessione per lei è terribilmente inquietante e disturbata. Si spinge a ogni cosa pur di alimentarla. 

Le mie emozioni… Come ho già detto il romanzo mi è piaciuto davvero tanto anche se non è proprio il mio genere… o forse è proprio per quello! Questo libro è stato una ventata di realtà in mezzo a vampiri, amori impossibili e guerre che attraversano lo spazio e il tempo. 
Da un certo lato mi ha ricordato molto un libro che ho letto per l’università, "L’istruttoria" di Peter Weiss. Un libricino corto, ma micidiale. Anche qui c’è un processo, anche se alla sbarra troviamo dei nazionalsocialisti. Ovviamente non sto paragonando il soggetto dei due processi, ma solo lo stile e la puntualità con cui gli autori ci lasciano con poche frasi ma a effetto. 
Durante la lettura sono rimasta con fiato sospeso per scoprire come si sarebbero sviluppati gli eventi e quali altri “regali” Rafe aveva in serbo per Clarissa. Robert è sempre stato un momento di respiro tra Rafe e il processo, anche questo abbastanza duro. 

Conteggi finali… Lo stile si può suddividere in due. Da una parte abbiamo le pagine di diario che la protagonista scrive parlando di lui, di Rafe. Queste parti si riconoscono rispetto al testo perché sono scritte in corsivo e riportano la data, come un vero e proprio diario. Queste parole sono in genere rivolte a Rafe, dove quasi, ricordando mentre scrive l’episodio che le capita, gli rivolgesse domande o osservazioni. Mentre il resto del libro, soprattutto dopo circa metà dove il diario quasi sparisce, parla del presente, di quello che Clarissa vive al momento, raccontato in terza persona. 
La copertina è davvero fantastica. Da un lato mette un po’ in soggezione, soprattutto se abbinata al titolo, ma dall’altra non può far altro che incuriosire o almeno attrarre il lettore. 
Il finale è stato sicuramente molto sospeso, soprattutto per me che mi aspettavo se non una fine felice almeno una tragica. Ma il lasciare aperto a quel dubbio penso sia stato il “colpo di grazia” che ho ricevuto dal libro e che mi ha fatto compiacere di aver letto questo fantastico romanzo. 
Consiglio molto vivamente questo libro, per le persone che non hanno paura di esserne troppo contagiati.


Dal libro: Sei tu. Ovvio che sei tu. Sei sempre tu. Qualcuno mi raggiunge da dietro, mi volto e ti vedo. Sapevo che saresti stato tu, eppure perdo comunque l’equilibrio sulla neve ghiacciata. Mi rimetto in piedi a fatica. Sulle mie calze sono comparse macchie bagnate all’altezza delle ginocchia. Ho le muffole fradice.

Qualsiasi persona di buonsenso, se potesse, in una mattina gelida come questa starebbe a casa, invece tu no. Tu sei fuori a fare una passeggiatina. Allunghi una mano per aiutarmi e mi chiedi se mi sono fatta male, ma io faccio un passo indietro, riuscendo in qualche modo a non cadere di nuovo.
Devi avermi tenuto d’occhio da quando sono uscita di casa. Non riesco a fare a meno di chiederti che cosa ci fai qui, anche se sono sicura che la tua risposta non sarà sincera.
Sbatti le palpebre veloce, come ti capita di fare spesso quando sei nervoso. «Stavo solo facendo due passi, Clarissa.» Non importa che tu abiti in un paese a otto chilometri di distanza.



2 commenti:

  1. Amo le tue recensioni completissime! :* Il libro mi sembra molto bello e concordo con te sulla copertina, davvero d'effetto.

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