lunedì 1 dicembre 2014

Recensione di Il Palazzo D'Inverno di Francesca Rossi

Recensione

Titolo: Il Palazzo D'Inverno (#01 Il Palazzo D'Inverno)

Autore: Francesca Rossi

Anno: 2014

Genere: Romance/Storico

Editore: La Mela Avvelenata

Pagine: 90

Prezzo: 1.99 €
Formato: 



Trama de Il Palazzo d'Inverno: Pietrogrado 1917. L’incendio rivoluzionario che sta per sconvolgere la Russia è ormai divampato nelle città principali e l’antica residenza degli zar, ormai sede del governo provvisorio, ma anche memoria di un passato non ancora tramontato, rappresenta l’ultimo baluardo da conquistare per accedere a un futuro fatto di incognite tutte da risolvere. Il 25 ottobre (calendario giuliano), data fatidica dell’assedio al Palazzo d’Inverno, si intrecciano i destini della Storia, ma anche quelli di un uomo e una donna che non avrebbero dovuto incontrarsi. Elena, infelice nobildonna tradita da tutti gli uomini che ha amato e Dimitri, un bolscevico fiero degli ideali su cui ha costruito la sua intera esistenza, lei acqua che scivola sulle rocce della tradizione aristocratica, lui fuoco che arde fiero per distruggere un’epoca di disuguaglianze e privilegi. Le loro due anime così diverse si scontrano nei giorni dell’odio e della rivolta, su sponde opposte, per caso, tra i marmi e gli arazzi di una villa saccheggiata. Tra loro solo un desolante abisso fatto di differenze sociali e culturali in apparenza incolmabili. A farli incontrare sono due simboli del passato, un uovo Fabergé e un carteggio che non deve finire nelle mani sbagliate. A tenerli uniti, loro malgrado, un sentimento che non può e non deve nascere, negato, soffocato dal dovere e dagli ideali e destinato a non vedere l’alba del cambiamento. Elena e Dimitri sono gli emblemi di due mondi inconciliabili, le due facce della rivoluzione, ma anche la personificazione di una Russia immensa, non sempre decifrabile in cui bene e male si confondono ai piedi della Storia, madre degli uomini che con una mano accarezza il passato, con l’altra afferra il futuro.


Biografia di Francesca: Francesca Rossi è nata a Roma nel 1984 e vive a Latina.​Dopo la laurea in "Lingue e Civiltà Orientali" presso l'Università "La Sapienza" di Roma, si trasferisce ad Alessandria d'Egitto per approfondire lo studio della lingua araba e della cultura arabo-islamica.
​Attualmente è specializzanda nel corso di Laurea Magistrale in "Lingue e Civiltà Orientali" presso "La Sapienza".
​Collabora con diversi magazine online ed è membro della "Società delle Letterate".
​Gestisce tre siti culturali: "La Mano di Fatima", dedicato al mondo arabo-islamico, "Divine Ribelli", dedicato alle grandi donne della Storia e il sito ufficiale interamente incentrato sulla figura dell'eroina francese "Angelica la Marchesa degli Angeli".
Tra le sue passioni ci sono la lettura, la scrittura, la musica e la danza del ventre. 
Con La Mela Avvelenata ha già pubblicato La spada di Allah e suoi racconti sono contenuti nelle antologie Sine Tempore e 50 sfumature di sci-fi.


Il mio commento: Ho cominciato questo romanzo perché molto incuriosita dalla copertina e perché, ultimamente, sto cercando di variare un po' sui generi. 

La situazione... Ci troviamo nell'ottobre del 1917 in Russia. Al centro della storia non troviamo la situazione politica del paese, ma la storia d'amore tra un bolscevico e una contessa. La guerra infatti, anche se importante per lo svolgimento degli eventi (è grazie a quelle condizioni che i due futuri amanti si incontreranno), è lo sfondo delle vicende. Dimitri, insieme ad alcuni suoi compagni, una sera saccheggiano la villa della contessa Contessa Elena Borisovna Minski. Durante la scorribanda la casa è fortunatamente deserta, ma Dimitri, esplorando la camera alla ricerca di tesori nascosti, accidentalmente fa scattare un meccanismo segreto che svela un doppiofondo, nel quale sono nascoste alcun lettere. Pensando che possano trattarsi di cartamenti dove si discutono di macchinazioni politiche comincia a leggerle. Quello che trova però, è la storia d'amore tra la contessa e il suo amante. Nelle lettere i due si mettono completamente a nudo, soprattutto lei. Venendo interrotto dai suoi compagni si ritrova ad ammirare il ritratto della contessa e se ne innamora, o almeno vuole farla sua.
Per lui diventa quasi una fissazione. Il gruppetto se ne va, portando con sé vari tesori, ma Dimitri lascia nella casa un carillon particolarmente prezioso con l'intento di recuperarlo il giorno dopo. Ritorna nella casa e poco dopo arriva anche la contessa che lo sorprende nelle sue stanze. Dimitri conosce molti dettagli della vita di lei grazie quelle lettere, ed è per questo che lei vuole a tutti i costi riaverle indietro. Dentro sono descritti molti particolari intimi che non vuole far conoscere a nessuno, men che meno a un barbaro come lui. La contessa accetta di farsi aiutare da Dimitri, pur di riavere le lettere, nel ritrovare suo marito e il suo amante. Molti nobili infatti erano stati tutti rinchiusi. Lei è restia a fidarsi di Dimitri, mentre lui sviluppa sempre di più un sentimento profondo per lei.

I personaggi... Ci sono pochi personaggi che effettivamente hanno un ruolo centrale nella storia. La contessa è una donna sicura di sé, che ha sofferto molto perché le è stato imposto un matrimonio che non voleva, con un marito che è diventato sempre più freddo nei suoi confronti. L'amante invece diceva una cosa ma in realtà ne faceva un'altra. Come Dimitri capisce subito, non ci si può fidare di lui, e soprattutto dei sentimenti nei suoi confronti porterebbero solo a sofferenza. Dimitri è più giovane di lei e sin dal primo momento che la vede se ne innamora. La vuole proteggere e aiutare, anche se significherebbe perderla. Sa bene che uno come lui non avrebbe nessuna possibilità con una del suo livello, ma ci prova lo stesso.
L'unico "antagonista" potrebbe essere Ilya, che più di una volta mette i bastoni tra le ruote alla coppia. 

Le mie emozioni... Il romanzo mi è piaciuto abbastanza. Mi è piaciuta molto l'ambientazione russa durante un periodo così drammatico, anche se è stato sfruttato poco.
Ho trovato alcune discrepanze però che mi hanno un po' lasciata perplessa. Soprattutto la brevità della storia, che invece lasciava spazio a molte altre descrizioni di eventi e personaggi.

Conteggi finali... Nel complesso però è davvero un romanzo carino, anche se piuttosto corto. L'ideale per provare il genere se qualcuno non ci ha ancora provato.


Dal libro«È lei!» disse così piano da riuscire a malapena a udire la propria voce. Era certo che la ragazza del dagherrotipo fosse la contessa Elena. Gli occhi malinconici menzionati da Nikolaij nella sua lettera non potevano essere che quelli.
Dimitri provò una fitta allo stomaco; era come se l’immagine gli stesse risucchiando l’anima.
Una parte di sé voleva sottrarsi a quella indefinibile sensazione che lo faceva star male e bene nello stesso tempo, ma l’altra non desiderava che abbandonarsi e non tornare più indietro.
Improvvisamente vide con gli occhi della mente la bella Elena accarezzargli il viso sfiorandolo appena con le sue dita lunghe e calde. Immaginò di stringerla tra le braccia e di assaporare il suo lungo e dolce bacio, premendo le labbra ruvide contro le sue, vellutate tanto da sembrare petali di una rosa.
Provò un desiderio bruciante di intrecciare le dita tra i suoi capelli scuri, lucenti più del sole, lunghi e ondulati come delicati arabeschi pronti a imprigionarlo per sempre in un labirinto di passione e voluttà.




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