mercoledì 24 dicembre 2014

Recensione di Mai per amore di Penelope Douglas

Recensione

Titolo: Mai per amore (#01 Fall away)

Autore: Penelope Douglas

Anno: 2014

Genere: Young Adult/Romance

Editore: Newton Compton Editori

Pagine: 346

Prezzo: 9.90 - 4.99 €
Formati:

Disponibile su:                 


Trama di Mai per amore: Un tempo Jared e Tate erano grandi amici: sono cresciuti insieme, si sono arrampicati insieme sugli alberi, si sono aiutati a vicenda nei momenti difficili. Ora invece Jared è cambiato. Il bambino dolce di una volta si è trasformato in un ragazzo difficile e astioso, sempre pronto a offendere e deridere Tate di fronte a tutta la classe. A scuola le ha reso la vita un inferno, e Tate non sa più come difendersi. A volte invece è incredibilmente dolce con lei, e sembra volerla proteggere... Tate vorrebbe odiarlo eppure non ci riesce: sente che il suo vecchio amico è disperato e vorrebbe scoprire il motivo della sua rabbia: raggiungere il suo cuore e carpire il segreto che nasconde in fondo all'anima...


Biografia di Penelope: Vive a Las Vegas con il marito e la figlia. È nata a Dubuque, Iowa, ed è la maggiore di cinque figli. Ha frequentato la University of Northern Iowa. Una notte ha detto al buttafuori del bar dove lavorava che suo figlio era sexy e tre anni dopo si è sposata. Con il figlio, non il buttafuori. Hanno avuto una figlia di nome Aydan. A Penelope piacciono i dolci, The 100 e fa shopping quasi ogni giorno da Target.


Il mio commento: E per fortuna questa sarebbe dovuta essere una lettura leggera… o almeno così mi ero riproposta nell’ultima recensione! Ho passato (la sera) e la notte in bianco! Mi ha davvero presa, dall’inizio alla fine. È stata una di quelle letture che non si dimenticano tanto spesso e che sono stata davvero triste che si sia conclusa così presto. Sarei voluta rimanere immersa nella storia molto più a lungo.

La situazione… Tatum (Tate) era molto amica di Jared, erano migliori amici. Poi però dopo un estate di lontananza quando lui torna non vuole più sapere niente di lei. Anzi, le fa ogni dispetto possibile. Per lei le superiori diventano un inferno, costretta a sopportare ogni giorno angherie di ogni tipo, scherzi di pessimo gusto e dicerie varie sul suo conto. Per quattro anni Tate fa di tutto per stargli il più distante possibile. Parte per la Francia, dove trascorrerà un anno lì a studiare e quando torna, non solo è cambiata lei, ma anche la situazione non sembra più così tragica. I rapporti con Jared sono sempre tesi, però Tate ormai non scappa più davanti all’imbarazzo e alla paura, cerca un nuovo modo per ribellarsi ai suoi trattamenti e, così come ha fatto giusto il giorno prima di partire, reagisce. Tate non riesce a capire cosa abbia mai potuto allontanare tanto Jared e far sì che lui la tratti in questo modo. Come se non bastasse quel sadico bastardo è puro il ragazzo più sexy sul pianeta e Tate, per una ragione o per un’altra lo pensa sempre. 

I protagonisti… Tate, già all’inizio del romanzo è una ragazza che, nonostante le insicurezze e la paura, reagisce. Infatti fino a poco prima della festa che apre il libro, Tate era la classica ragazza che scappava a piangere. E, pagina dopo pagina, assistiamo a una vera trasformazione di lei. Cosa che mi ha fatto amare davvero il romanzo. Se fosse stata la tipica ragazza fragile che si nascondeva sempre, forse mi avrebbe annoiato, ma qui, i suoi atteggiamenti ribelli, e perché no, a volte anche i suoi scatti violenti, sono stati perfetti. Jared è il bastardo della situazione. Non sappiamo, fino alle ultime pagine, cosa lo abbia trasformato, sappiamo solo che se la prende con Tate in tutti i modi che può, sfruttando ogni suo punto debole. È misterioso, strafottente e soprattutto sexy. Inutile dire che ne vado pazza, nonostante di solito io preferisca i ragazzi dolci e gentili, questa volta posso proprio dire che rientro anche io nello stereotipo nella ragazza masochista a cui piace farsi demolire pezzo dopo pezzo. Però, in un certo senso, questo sarebbe più giusto parlando del periodo antecedente al romanzo (sarebbe il prequel, se fosse stato scritto) perché il Jared che conosciamo è un pelino (e sottolineo pelino) migliore. E poi arriva la fine e ci sciogliamo tutte. 

Le mie emozioni… La mia emozione prevalente è stata l’ansia del continuare a leggere, nonostante le ore piccole, per sapere come si concludeva e poi la tristezza una volta concluso. Questo è uno dei romanzi che rileggerò sicuramente il prima possibile, magari con l’arrivo dell’anno nuovo? Oppure a Natale, sperando che mi arrivi sotto l’albero! (Babbo Natale, questa frecciatina è per te.) 
Ci sono state alcune scene tragiche, in cui mi sarei strappata i capelli e altre molto commoventi. 
Durante la lettura mi sono concentrata esclusivamente sulla storia d’amore, che era troppo coinvolgente per farmi distrarre e osservare le circostanze in cui tutto si è svolto. 

Conteggi finali… I fine capitoli sono stati da mangiarsi le unghie. Sono riuscita a spegnere il tablet per miracolo, ma non ho resistito a non mettere la sveglia poche ore dopo per riprendere la lettura! 
Il migliore Romance che abbia letto da sempre credo. Non è stato il classico libretto d'amore melenso, ma veramente intenso e ricco di emozioni. 
Mi è piaciuta anche la nota ironica con cui l'autrice fa parlare la nostra protagonista, che, nonostante i mille problemi, impara a contrattaccare. 
L'unica pecca è il cambio di titolo all’italiana. Da “Bully” a “Mai per amore”… Bah.


Dal libro: Le parole di K.C. mi riecheggiarono in mente. Forse era arrivato il momento di reagire.
Non c’era alcuna possibilità che Jared abbassasse la musica se glielo avessi chiesto, ma la mia anima diplomatica mi suggerì di fare comunque un tentativo. La “vecchia Tate” se ne sarebbe rimasta distesa a letto, sveglia, per tutta la notte, troppo intimidita da quel prepotente per chiedergli di abbassare. Ma quella sera la fatica fisica e la stanchezza avevano eliminato ogni briciolo di pazienza.
Forse, solo forse, Jared avrebbe smesso di fare lo stronzo attaccabrighe e sarebbe venuto a capo di qualsiasi problema avesse con me. Sperare non era un reato.





Nessun commento:

Posta un commento