lunedì 11 agosto 2014

Recensione di POD, Perle di Orrore e Distruzione di Stephen Wallenfels

Recensione

Titolo: POD, Perle di Orrore e Distruzione (#01)

Autore: Stephen Wallenfels

Anno: 2013

Genere: Fantascienza

Editore: Piemme

Pagine: 291

Prezzo: 17.00 - 9.99 €
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Trama di POD: Quando in cielo compaiono all'improvviso gigantesche sfere nere rotanti, che polverizzano in lampi di luce azzurra chiunque sia stato sorpreso in strada in quel momento, i superstiti barricati in casa saranno tutti costretti a rispondere alla stessa domanda: "Cosa sono disposto a fare per sopravvivere?". POD è la storia di un cataclisma globale, narrato dal punto di vista di Megs, una ragazzina dodicenne intrappolata nel parcheggio sotterraneo di un hotel a Los Angeles, e di un sedicenne di nome Josh, bloccato in una casa a Prosser, nei pressi di Washington, con suo padre, un uomo affetto da manie ossessivo-compulsive. Per entrambi, cibo, acqua e tempo stanno esaurendosi. E intanto un nemico extra-terrestre, che ha inspiegabilmente dichiarato guerra all'umanità, attende paziente sospeso sopra di loro... Ce la farà Megs a sopravvivere abbastanza a lungo da rivedere sua madre? Riusciranno Josh e suo padre a sopravvivere l'uno all'altro?


Biografia di Stephen: Vive a Washington dove lavora come direttore di marketing in un grande centro benessere. POD è il suo romanzo d'esordio e ha recentemente terminato il sequel, "Monolith". Quando ha del tempo libero, gli piace giocare a tennis, squash e racquetball, praticamente a qualsiasi cosa che comprenda il colpire una pallina con la racchetta. Sopra ogni cosa, gli piace trascorrere il tempo con sua moglie e con suo figlio che vive a Seattle.


Il mio commento: «Quindi è così che finisce?»
Per tutte le quasi trecento pagine mi sono interrogata su come potesse finire questo romanzo e la mia reazione è stata tra il «Mmm...» e il «Eh????». Credo che questo sia stato effettivamente l'unico romanzo per il quale non mi aspettavo nulla, per il quale non mi sono fatta nessun tipo di viaggio mentale immaginando come l'autore avrebbe sconvolto in modo positivo o negativo la mia vita. Non sempre ci azzecco, è vero, però non avere nessun possibile finale in mente credo non mi abbia influenzato più di tanto. Di solito, si tende a divorare i romanzi per sapere se la/il tua/o protagonista otterrà quello per cui sta lottando da tot pagine, mentre qui, sono arrivata alla fine del romanzo per, almeno una volta tanto, farmi raccontare, senza interferenze da parte mia, la storia così come l'autore l'aveva scritta e pensata.

La situazione... Abbiamo due storie differenti, di due protagonisti differenti e indovinate un po'? In due città differenti, esatto... addirittura in due stati differenti. I due si alternano a raccontare di capitolo in capitolo. Un po' come troviamo in "Legend" di Marie Lu (un libro che adoro!). Sono due storie che parlano di sopravvivenza in modo diverso. Da una parte abbiamo lui, Josh, sedici anni, rimasto a casa con il padre da solo. Sono le cinque in punto di mattina quando un suono sordo che sembra provenire da dentro la sua testa lo sveglia. Non si riesce a capire di cosa si tratti, ma appena messo il naso (e nient'altro) fuori dalla porta alzando gli occhi verso il cielo vede quello Perle nere di Orrore e Distruzione (POD appunto, come le soprannomina poi). Le macchine cominciano a sparire nel nulla, semplicemente svaniscono, e così le persone che non sono all'interno delle loro case. Dall'altra parte abbiamo lei, Meghan (con l'h, ma tutti la chiamano Megs), dodici anni, che si sveglia alle 4.48 perché la madre deve andare a fare un colloquio di lavoro. Si trovano nella loro macchina, senza benzina e ormai anche senza soldi, con pochi vivere rimasti, nel parcheggio di un hotel. La madre promette di tornare in un'ora, mentre Megs la deve aspettare in macchina. Vede la madre allontanarsi con un signore con i capelli grigi e la barba. Esattamente dodici minuti dopo, alle cinque in punto, mille demoni urlanti le esplodono nella testa. Un caos di persone si riversa nel parcheggio, intenti a entrare nello loro macchine e comincia il finimondo. Sono arrivati gli alieni, ma questi alieni fanno sparire le persone se escono dai quattro muri dei loro rifugi (e molto altro...).

Le mie emozioni... Come ho già detto prima, non mi ero fatta troppe illusioni sul finale del libro, e durante la storia mi sono "goduta" i colpi di scena e il genere fantascientifico che è stato sviluppato in maniera molto diversa da come sono sempre stata abituata. Mi è piaciuto molto tutta la base del genere, anche se devo dire che ero molto angosciata, per tutte le cose che i personaggi hanno dovuto fare, o hanno visto fare per sopravvivere. Il padre di Josh, per esempio, si spinge al limite della follia, anche se, in circostanze del genere ,dubito che molti sarebbero stati da meno. Raziona il cibo e l'acqua più che può e addirittura nega cibo e acqua al povero Dutch (il cane, con i baffi grigi e un'anca malandata), visto che gli animali sono apparentemente immuni da qualsiasi diavoleria aliena.

I due narratori... Tra i due ho certamente preferito le parti in cui c'era Josh, anche se non so bene perché, visto che è stata la più angosciante secondo il mio punto di vista. Megs aveva più "movimento", anche se era spaventata si è tirata su le maniche e si è data da fare per tenersi in vita, mentre Josh era costantemente segregato in casa, la sua unica fonte di svago sono stati i giochi da tavolo con il padre e le sue costanti battute (a volte un po' pensanti). 

Conteggi finali... È stato certamente un buon libro e mi piacerebbe molto leggere il seguito appena sarà possibile, ma certamente non lo aspetterò con il fiato sospeso. Una nota però devo metterla. Non so se sia stata colpa della lettura o no, però in questi giorni, più leggevo dei morsi della fame e delle gole secche per la sete, più mangiavo e bevevo. Spesso mi sono svegliata di notte e ho tracannato la bottiglietta d'acqua che tengo vicino al letto. Se dovessi sopravvivere con le poche riserve che ho, probabilmente diventerei cibo per gatti, sembra assurdo e ipocrita da dire, ma so per certo, che non potrebbe mai accadere il contrario).

Dal libro: 
JOSH: Jamie è in fondo al nostro vialetto. I suoi occhi sono fissi nei miei. 
Scompare, a metà falcata, in un bagliore di luce bianco-azzurra.
MEGS: La minestra non c’è più. E nemmeno i panini mollicci. Due pezzi di formaggio puzzolente, una fetta di prosciutto e tre sorsi d’acqua: mi è rimasto solo questo. Ah, e una lattina di birra. La bevo piano piano, per farla durare.



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