lunedì 9 marzo 2015

Recensione di Quell'amore portato dall'Africa di Tiziana Cazziero

Recensione

Titolo: Quell'amore portato dall'Africa. Un cuore nero che batte

Autore: Tiziana Cazziero

Anno: 2014

Genere: Romance

Pagine: 190

Prezzo: 1.50 €
Formati: 

Disponibile su:  


Sinossi di Quell'amore portato dall'Africa: Cristina Morru è una giovane aspirante scrittrice italiana, improvvisamente viene colpita da un lutto che la destabilizza. La sua esistenza è destinata a cambiare: prende nuove decisioni, fa scelte difficili e anche coraggiose che la mettono in conflitto con la sua stessa famiglia. Decide di mettersi alla prova, di provare a fare il grande passo della sua vita, dedicarsi alla sua grande passione che teneva segreta dentro di lei: la scrittura. Per farlo però deve recarsi nel grande continente nero: l’Africa. L’occasione nasce in virtù di un progetto letterario umanitario, al quale lei si unisce piacevolmente anche per fuggire da una realtà quotidiana che le sta troppo stretta, la soffoca.
Questo paese le fa conoscere un nuovo modo di apprezzare la vita, la porta e trascina in una realtà che mai avrebbe sperato di poter apprezzare, vivere e condividere. Ospite di un villaggio come membro di un’associazione umanitaria, si mette a disposizione per aiutare quelle giovani vite che non hanno avuto mai nulla dalla vita se non la vita stessa. Scopre una nuova se stessa e soprattutto scopre quanto possa essere bello incontrare un amore vero e forte come quello che nasce per Jonathan Weiss, un medico che dedica da diversi anni la sua attività di volontario agli abitanti di questo villaggio.
Weiss è una persona influente, un dottore che ha abbandonato la sua vita americana benestante per dedicarsi ai meno fortunati, sposando una causa nobile e lodevole .
Una personalità tenace, forte, austera, con la quale sarà difficile per Cristina imparare a interagire; eppure nasce qualcosa, un sentimento vero e puro. Ma la vita è sempre piena d’imprevisti e Cristina subisce un grave incidente nel territorio affascinante e ostile dell’Africa: un sequestro ad opera di una tribù ribelle la porta via dalla sua nuova vita; quando ormai tutto sembra perduto, uno spiraglio di luce si affaccia nuovamente a lei.
Costretta a lasciare l’Africa, torna nel suo paese; lì sente la mancanza del continente nero, quella terra che nonostante tutto le manca e che ha imparato ad amare sopra ogni cosa, ma soprattutto, avverte quel vuoto dentro il suo cuore che non riesce a colmare: quel suo amore portato dall’Africa.
Perde ogni contatto con il suo dottore e, quando cerca di rintracciarlo, scopre che è tornato nel suo paese: negli Stati Uniti. Dovrà decidere se lanciarsi in un’altra avventura e andare alla ricerca del suo amore o ponderare un’altra possibilità. Lasciare che la vita segua il suo corso e, che a lei rimanga la voglia e la capacità di prendere l’unica decisione possibile…


Biografia di Tiziana: Nasce a Siracusa nel 1977. Durante gli studi scolastici, terminati con il diploma in ragioneria, ha collezionato una raccolta di poesie che ha iniziato a scrivere in età adolescenziale.
Nel 2005 comincia a scrivere il suo primo romanzo "Voltare Pagina" pubblicato nel 2011 con BookSprint Edizioni. Ha collezionato diversi racconti brevi e partecipato a diversi concorsi letterari ricevendo segnalazioni e riconoscimenti. 
Nel 2010 ha cominciato la sua attività di web writer. Ha collaborato come addetta ufficio stampa con l'Associazione Libro Aperto e la casa editrice Libro Aperto Edizioni. Si è classificata seconda al concorso letterario a tema "Streghe e vampiri" indetto dalla casa editrice Giovane Holden nel 2010. Oggi quel testo è diventato la sua seconda uscita editoriale "Patto con il Vampiro" edito da Libro Aperto Edizioni pubblicato nel 2012. 
Dopo aver svolto diversi lavori, ha deciso che scrivere era la strada che voleva intraprendere e che continua a seguire oggi. 
Nel mese di ottobre 2014, pubblica il racconto breve "Ritrovarsi, la forza dell’amore", su Amazon. 
Convive con il suo compagno dal 1999; oggi è mamma di una bellissima bambina: Benedetta. Quello che spera e desidera è continuare a scrivere e vivere di questa sua passione.


Il mio commento: Questo è l’ultimo libro che devo recensire per l’autrice (di cui potete trovare la presentazione QUI), un libro che mi aspettavo romantico ed esotico per la sua ambientazione, e così è stato.

La situazione… La protagonista, Cristina, dopo aver perso il padre, si iscrive a un'associazione che la porta in Africa a documentarsi sulla situazione per poi scriverci un libro. Insieme a lei ci sono anche altri aspiranti autori/giornalisti, ma lei è l’unica a vivere questo viaggio con spirito d’avventura e una mente aperta verso un nuovo mondo. La storia ci viene raccontata a tratti al presente, ovvero quando lei è già tornata da tempo da questo viaggio, e spesso con ricordi del passato, ovvero il viaggio in sé. Quindi non si sa subito cosa sia successo a Cristina, ma si può intuire che non tutto è andato come previsto. Nel villaggio in cui vivrà per qualche tempo incontra il dottor Weiss, un medico americano che all’apparenza è freddo e acido, ma al quale non riesce a resistere. Piano piano lo conosce meglio, sia il suo lato professionale e distaccato, sia quello dolce e premuroso che la affascina tanto. Giorno dopo giorno raccoglie tutte le informazioni che può sul suo diario di bordo e scatta molte fotografie, cercando allo stesso tempo di non perdersi niente e partecipare, e di aiutare il più possibile. Qualcosa accade e sia lei sia il dottore sono costretti, per ragioni diverse, a lasciare quell’amato paese.

I personaggi… Cristina è una ragazza tenace, distrutta dalla morte del padre e oppressa dalla famiglia. Scopre questa opportunità un po’ per caso, grazie a una pubblicità, e proprio quello che le serve, al momento è andarsene e cambiare aria. La madre e la sorella sono risentite da questa sua decisione perché così hanno perso non una, ma due persone care. È un bel rischio quello che prende Cristina, perché la situazione non è facile, ma una volta arrivata nel Continente Nero si rende conto di aver preso la decisione giusta. È anche coraggiosa perché non si arrende di fronte alle difficoltà e davanti agli ostacoli, seppur terrorizzata, reagisce alla grande. Jonathan Weiss la intimorisce un po’ all’inizio, ma si rende poi conto di che persona è in realtà. Come ho detto prima all’esterno può sembrare freddo e distaccato, ma con le persone a cui tiene diventa dolce e generoso. Roberto invece è la sua guida, che aiuta e segue Cristina, per evitare che lei si metta nei guai.
Tutti gli altri personaggi hanno un ruolo marginale nella storia, sono più che altro comparse.

Le mie emozioni… La trama mi è piuttosto piaciuta, soprattutto perché è una storia un po’ diversa dal solito, una storia che potrebbe veramente accadere. Fa riflettere perché oltre alla storia d’amore, la protagonista è anche la triste situazione africana e la sua popolazione. L’unica pecca che mi  ha disturbato molto la lettura sono stati i frequenti errori di frasi lasciate a metà, verbi che non concordavano tra principale e subordinata, refusi ecc. Dico purtroppo perché altrimenti sarebbe stato un libro interessante, però in questo stato ho trovato la lettura difficile e lenta.
Per il resto, così come per “Voltare pagina” (QUI la mia recensione), ci sono alcuni colpi di scena, un po’ di mistero che si protrae fino alla fine per non farci sapere subito come si concluderà la vicenda. I due protagonisti infatti sembrano perseguitati da un destino ingiusto che apparentemente non li vuole vedere insieme felici.

Conteggi finali… Una storia romantica con un sottofondo importante, che ci fa pensare a come sia veramente la situazione lì. Un paese che non è tanto distante dal nostro e che giorno dopo giorno entra sempre più in contatto con noi.


Dal libro: Il villaggio era molto scarno, triste, un luogo infelice. Eppure incontravano gruppetti di bambini che giocavano e ridevano – Beata innocenza – pensavo.
Le strade erano delle distese di terra rossa spesso infangate, le mie scarpe nuove che avevo comprato per l’occasione, dei pratici mocassini da viaggio indicatomi dalla direzione, si colorarono quasi immediatamente di quella colorazione così strana e insolita.
Anche i miei vestiti presto si riempirono di polvere e non solo quelli; l’aria era afosa, ma bastava un nulla per far alzare quella terra finissima e porla tra i miei capelli, che avevo legato in una coda e raccolto in un ampio cappello che avevo acquistato per l’occasione, doveva essere un modo per proteggerli, per quanto possibile, dal sole e dal sudore che cominciava a imperlare la mia fronte: protezioni da me attuate che purtroppo costatai non servivano.


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