domenica 12 aprile 2015

Recensione di Champion di Marie Lu

Recensione

Titolo: Champion (#03 Legend)

Autore: Marie Lu

Anno: 2015

Genere: Distopia

Editore: Piemme

Pagine: 329

Prezzo: 16.50 - 6.99 €
Formati:

Disponibile su:                 


Trama di Champion: Per il bene della Repubblica, June e Day hanno rinunciato all'amore che provano. In cambio, June è tornata nelle grazie dell'elite, mentre Day ha raggiunto i vertici della gerarchia militare. Purtroppo è esattamente per il bene della Repubblica che sono chiamati di nuovo a lavorare fianco a fianco. Ma le richieste del nuovo governo non si limitano a questo. June dovrà convincere l'unica persona che ama a sacrificare tutto quello a cui tiene per salvare migliaia di vite sconosciute. Il che significa usare il proprio fascino, non dire tutto, fingere una convinzione che non ha e, quel che è peggio, sapere che Day non saprà rinunciare a fare la cosa giusta, costi quel che costi. Fra colpi di scena e suspense, la trilogia distopica ambientata in un'America divisa fra Colonie e Repubblica arriva al suo gran finale.


Biografia di Marie: Scrive libri Young Adult e ama particolarmente i libri distopici. Ironicamente, nasce nel 1984. Le piace il cibo, i jet da combattimento, il tè pomeridiano, le persone felici, l’elettronica, internet, i cupcake, il pianoforte, i colori brillanti, la pioggia, le luci di Natale... e, ovviamente, i libri. 
Ha lasciato Beijing per gli Stati Uniti nel 1989 ed è andata all’Università della California del Sud. Il clima della California l’ha convinta a rimanere nei dintorni, quindi è attualmente a Pasadena con il suo ragazzo, due Welsh Corgis Pembroke, e un chihuahua. Prima era un art director nell’industria di videogiochi, ma adesso scrive full-time.


Il mio commento: Ebbene, eccomi qui, super triste, perché devo recensire l'ultimo libro di quella che consideravo la mia saga distopica preferita. Prima di iniziare la lettura, avevo riletto la recensione di "Prodigy", il secondo romanzo, e mi sono davvero sbellicata perché si legge chiaramente che non mangiavo e dormivo da un po'!! Aspettavo davvero con ansia l'uscita di "Champion". Quando la mia migliore amica me l'ha prestato non potevo credere di averlo effettivamente tra le mani, ma più leggevo, più il mio entusiasmo scemava. E adesso che l'ho concluso, sono davvero depressa.

ATTENZIONE SPOILER LIBRI PRECEDENTI 

La situazione... Prodigy termina con Day malato che dice a June che tra loro non può più funzionare. Il fratellino di Day, Eden, che era stato sottoposto a terribili esperimenti, è vivo, ma quasi completamente cieco. Sono passati 8 mesi da quando June e Day si sono parlati l'ultima volta. Day esce una sera sempre più malato e debilitato, alla ricerca di qualcosa, anche se quel qualcosa è June. Esce, trova una ragazza in un locale e per qualche momento finge che sia lei. Finché non riceve una chiamata perché è richiesta la sua presenza a un ricevimento. Lui è molto restio, ma il giovane Elector Anden conosce il suo punto debole e chiede a June di convincerlo. Ovviamente ci riesce e Day partecipa all'incontro. June si sente molto in colpa perché sa quello che vogliono chiedere a Day, e sa anche che non accetterà mai. Un nuovo pericolo è in agguato. Le colonie infatti pretendono che la Repubblica consegni l'antidoto per un virus che si sta espandendo, mietendo molto vittime. Se non lo otterranno attaccheranno aiutati dalle forze militari africane. La repubblica non ha pronta una cura, perché non esiste e l'unico modo per crearne una è studiare Eden, il paziente zero, nonché fratello di Day.

I personaggi... Mi sono sempre immaginata June come una ragazza forte, coraggiosa, che combatte per la cosa giusta. In questo capitolo però la nostra amata protagonista mi è sembrata spenta, moscia e spaventata. Oltre al fatto che non partecipa più all'azione, perché essendo una dei Princeps (in lizza per diventare capo del senato, nonostante i suoi 17 anni), è presa dalla sua carica politica accanto ad Anden, non sembra quasi più lei. Non assomiglia affatto alla ragazza spericolata che scala un palazzo solo per sfida, né quella che rischia la sua vita per amore di Day e della sua Repubblica. Un vero peccato perché era sempre stata un personaggio che ammiravo molto. 
Day invece, è rimasto lo stesso, forse anche di più in questo libro, ma la sua malattia (anche se alla fine di "Prodigy" ero molto spaventata che morisse) l'ha reso molto più intenso. Intenso per la tristezza che lui non potesse essere veramente libero e combattivo, come è sempre stato. Dopo tutto quello che ha dovuto sopportare in due libri, mi è sembrato quasi ingiusto che dovesse rischiare la vita per una cosa del genere. 
I patrioti qui sono solo di sfondo, e, anche se partecipano alle vicende, non sono più il fulcro. Tess, che ne fa ufficialmente parte, è molto cresciuta e maturata. Il suo personaggio mi è piaciuto sempre di più e non solo in questo libro, ma parlo proprio dell'intera saga. Dalle prime pagine alle ultime mi ha sempre più convinto e affascinato. 
Eden, come Tess, è cresciuto molto, tanto da diventare un mini Day, pronto ad affrontare decisioni difficili per il bene di tutti. 
Anden, nonostante il suo difficile ruolo è riuscito a mantenere le aspettative. Distinguendosi da suo padre e riuscendo a mantenere la calma nelle situazioni più critiche. Il suo personaggio non mi ha mai entusiasmato molto, soprattutto perché rappresenta quasi un ostacolo tra Day e June. Però in questo libro ho capito la sua impossibilità di mettersi tra i due e più che altro ho provato pena per lui. 

Le mie emozioni... Quando non mi piace un libro, mi capita di trovare delle vicende o dei discorsi che non mi convincono. Qui però non ho trovato niente, perché confermo lo stile insuperabile dell'autrice. Il vero problema è stato che non è riuscito a emozionarmi, praticamente mai, trasformando una lettura che mi aspettavo entusiasmante in lenta e noiosa. Quindi ecco il perché della mia depressione. Le mie aspettative sono cadute davvero in basso. Anche solo rileggendo alcuni passaggi del primo libro o il secondo ho la pelle d'oca per l'emozione e la voglia di rileggerli. Però con questo terzo libro non mi succede.

Conteggi finali... Nonostante lo scarso livello di emozioni, la fine mi è davvero piaciuta! Oltre al richiamo ovvio del discorso finale in "Prodigy" molto poetico, mi è sembrato quasi naturale come fine, una cosa naturale. 


Dal libro: Quando parcheggiamo davanti al Los Angeles Central Hospital, la notizia del mio arrivo si è già sparsa per le strade e una folla di persone sta aspettando la mia auto. Gridano, piangono, cantano. Ci vogliono due pattuglie per aprire un passaggio sufficiente a scortarci in fretta all’interno
dell’ospedale. Passando, fisso la gente come intontito. Molti di loro hanno una ciocca di capelli scarlatta, altri reggono cartelli.
Su tutti, la stessa scritta.
SALVACI.



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