lunedì 22 giugno 2015

Recensione di Non è estate senza te di Jenny Han

Recensione
Titolo: Non è estate senza te (#02 The Summer Trilogy)

Autore: Jenny Han

Anno: 2014

Genere: Young Adult

Editore: Piemme

Pagine: 318

Prezzo: 12.90 - 6.99 €
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Trama di Non è estate senza te: Belly ha sempre contato ogni singolo giorno che la separa dall'estate, cioè da Conrad e Jeremiah. Ma non quest'anno. Perché la madre dei ragazzi, Susannah, è di nuovo molto malata. Perché Conrad ha smesso di curarsene. E perché tutto quello che era buono nella sua vita sta crollando a pezzi. Per la prima volta, Belly vuole solo che quell'inverno non finisca mai. E invece, quando Jeremiah telefona per dirle che Conrad è sparito, Belly capisce che quella è l'occasione per rimettere le cose a posto.


Biografia di Jenny: Jenny Han è un'autrice coreana. Viva attualmente a Brooklyn, New York, dove ha frequentato la New School ottenendo un Master in Scrittura creativa.Ha scritto una trilogia di romanzi, in Italia editi da Piemme nel 2014: L'estate nei tuoi occhi, Non è estate senza te e Per noi sarà sempre estate.


Il mio commento: Non ci posso credere!! Ok che avevo capito che non avrei ottenuto quello che speravo nemmeno in questo libro, visto quanto piace all’autrice far penare i lettori, però un finale del genere non me l’aspettavo proprio! Se avete letto il primo beh… non immaginate come sia il secondo!

La situazione… Un’altra estate per Belly, ma questa volta diversa. Susannah è morta da pochi mesi e Belly per la prima volta non trascorrerà l’estate a Cousins Beach. Il primo libro finisce con Belly che se ne va una notte via con Conrad, anche se non si sa bene dove e cosa succederà, ma all’inizio di questo libro Belly ha il cuore spezzato e, sebbene sa che non potrà più esserci niente con lui, lo ama ancora. Passerà l’estate con Taylor, la sua “migliore amica” e mentre Belly non vede l’ora che quest’estate finisca, Taylor è al settimo cielo e cerca in tutti i modi di farle dimenticare Conrad. Un po’ di indizi sparsi nel libro cercano di farci capire quello che è successo, ma è solo con i flashback veri e propri che finalmente si fa luce sulle questioni. Qualcosa ci viene raccontato, ma i dubbi che ci attanagliano non scaturiscono solo dalla specie di epilogo disastroso che l’autrice ha messo alla fine, ma anche dalle varie bricioline sparse in tutto il libro. Belly cerca di vivere tranquilla, finché non riceve una chiamata allarmata di Jeremiah che le dice che Conrad è scomparso, ha abbandonato la scuola e non si trova. Hanno pochissimi giorni per riuscire a trovarlo e convincerlo a riprendere gli studi, prima che lo caccino dalla scuola estiva. Ma Belly, al funerale di Susannah ha detto delle cose a Conrad che vorrebbe rimangiarsi, ma ormai il danno è fatto. 

I personaggi… Belly in questo libro da il meglio e il peggio di se stessa. Conosciamo entrambi i suoi lati più estremi: quello della bambina che fa scenate e quello della ragazza matura. Affronta sempre i suoi problemi d’istinto, ma ha imparato a limitarsi. Alcune volte però il cuore infranto e la disperazione la portano a fare e dire cose che non voleva dire e fare sul serio. In questo nuovo libro l’ho trovata molto cambiata e devo dire che mi piace ancora di più. Jeremiah rimane sempre il mio preferito, anzi in questo libro ancora di più, perché alcuni capitolo vengono raccontati dal suo punto di vista. Lui soprattutto è cambiato in questo libro, dopo la morte della madre. Tutto si fa più faticoso per lui, anche se all’apparenza cerca di essere forte per tutti. Jeremiah è sempre stato il ragazzo che si faceva in quattro per gli altri e l’essere innamorato di Belly non l’ha di certo mai aiutato, visto l’insistenza di lei nei confronti di Conrad. Conrad è… di nuovo, Conrad. Si è chiuso ancora più in se stesso dopo la morte della madre e quando poi scappa e abbandona gli studi, prima di conoscere la sua versione, pensavo veramente che ci fossero poche speranze per lui. Soprattutto perché durante tutta la prima parte, quando Belly con i flashback ci raccontava di come si sono spezzati i cuori a vicenda, ci ero rimasta veramente male! Anzi, più che male certe volte avrei voluti prenderli entrambi a sberle… mentre il povero Jeremiah rimaneva da solo a soffrire. 
Taylor invece mi sta proprio voi-sapete-dove! In questo libro ancora più di prima! Ringrazio immensamente di non avere un’amica del genere, che più che aiutare, fa soffrire e basta. 
Mi è dispiaciuto moltissimo per Susannah, tutti hanno accusato il colpo della sua morte, perché tutti l’amavano, e anche se ho continuato a sperare per un piccolo miracolo, credo che la sua storia fosse già stata segnata. 
In sostanza tutti i personaggi hanno rafforzato la loro presenza, evidenziando quello che già era affiorato nel primo libro. 

Le mie emozioni… Trovo che sia stato davvero incredibile. La prima parte è stata soprattutto triste perché era concentrato molto sulla morte di Susannah. Il presente e i flashback ci hanno raccontato di come ognuno subisse l’effetto della sua morte. La seconda parte invece è stata più intesa di sentimenti per la ricerca di Conrad. Per scoprire quale fosse il problema e perché Belly cercava un modo per affrontare il suo cuore palpitante d’amore che soffriva. 
Mi è piaciuto moltissimo l’epilogo del primo libro, che poi verrà raccontato in versione completa solo verso metà, ma che è ricco di sentimento e super dolce. 

Conteggi finali… La recensione del primo libro della saga faceva parte della Summer Reading Challenge a cui sto partecipando e dopo solo un libro mi sono già presa una pausa, ansiosa di leggere questo. Ancora non sapevo se dopo avrei riletto il mio amatissimo Starcrossed di Josephine Angelini oppure se avrei terminato la saga ma… dopo un epilogo del genere rimangono pochi dubbi! Quindi, sotto con il prossimo!


Dal libro: Jeremiah:
So individuare con esattezza il momento in cui tutto cambiò. Fu l’estate scorsa. Conrad e io eravamo seduti sotto al portico e io stavo cercando di raccontargli quanto fosse cretino il nuovo allenatore in seconda di football.
«Tieni duro» mi rispose mio fratello.
Facile dirlo, per lui. Lui aveva lasciato la squadra. «Tu non hai capito. Quel tipo è pazzo» presi a dirgli, ma lui non mi ascoltava più. La loro auto aveva appena parcheggiato nel vialetto. Prima uscì Steven, poi Laurel. Lei mi chiese dove fosse la mamma e mi abbracciò forte. Poi abbracciò anche Conrad e io chiesi: «Ehi, dov’è Belly?». Ed ecco che apparve.
Conrad fu il primo a vederla. Belly era alle spalle di Laurel. Venne verso di noi. I capelli le oscillavano e aveva due gambe lunghissime. Indossava i pinocchietti e un paio di scarpe da ginnastica sporche. La spallina del reggiseno le sporgeva dal top. Prima di allora, non avevo mai notato la sua spallina del reggiseno. Aveva un’espressione buffa sul viso, un’espressione che facevo fatica a riconoscere. Sembrava timida e nervosa, ma orgogliosa allo stesso tempo.
Osservai Conrad abbracciarla, aspettando il mio turno. Avrei voluto chiederle a cosa stava pensando, perché aveva quell’espressione sul volto. Non lo feci, però. Superai Conrad, afferrai Belly e la sollevai, dicendo qualcosa di stupido. La feci ridere, e a quel punto tornò la Belly di sempre. Per me fu un sollievo, perché volevo che fosse Belly e nient’altro.



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