venerdì 7 agosto 2015

Recensione di Black Ice di Becca FItzpatrick

Recensione
Titolo: Black Ice

Autore: Becca Fitzpatrick

Anno: 2014

Genere: Romance / Thriller

Editore: Piemme

Pagine: 356

Prezzo: 16.90 - 12.99 €
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Trama di Black Ice: Britt si è preparata per più di un anno a un trekking sul Teton Range. Quello a cui non era preparata, però, è scoprire che Calvin, il suo ex ragazzo e unico grande amore, si unirà a lei. Prima che Britt abbia tempo di esplorare i propri sentimenti, si scatena una terribile tormenta che la obbliga a rifugiarsi in una baita sperduta. Peccato che gli occupanti, entrambi giovani e molto affascinanti, siano anche due fuggitivi decisi a prenderla in ostaggio. Britt sa che la conoscenza dei sentieri e l'attrezzatura da trekking che ha con sé rappresentano la sua assicurazione sulla vita, e che deve solo resistere abbastanza a lungo perché Calvin la raggiunga, eppure... In una disperata corsa contro il tempo e il freddo, Britt scoprirà che sotto la neve si nascondono moltissimi segreti e che forse il suo rapitore, la cui gentilezza è decisamente seducente, non è quello che sembra.


Biografia di BeccaBecca è un’autrice statunitense, la sua opera più famosa è la saga degli “Angeli caduti” (Hush, Hush) composta da quattro romanzi. Questa saga (come avrete capito) parla di angeli caduti e nephilim. Becca nasce nello Utah il 3 febbraio del 1979. Fin da piccola si è sempre appassionata alle storie di avventure, componendone lei stessa e con sua sorella. Crescendo ha poi conosciuto Nancy Drew, Trixie Belden e Roald Dahl a cui si è presto affezionata. Dopo aver visto il film “All’inseguimento della pietra verde” (Romancing the stone) ha deciso di voler diventare un’autrice, anche se credeva che ogni autrice volasse in Colombia per salvare la propria sorella da malintenzionati, alla ricerca di tesori, e si innamorassero di un sexy e pericoloso uomo con stivali di coccodrillo, alias Michael Douglas).
Si è sposata nel dicembre del 2000 con Justin. Nell’aprile del 2001 si è laureata in medicina e ha poi lavorato come segretaria/insegnante in una scuola superiore. Nel febbraio del 2003 suo marito l’ha iscritta a un corso di scrittura per il suo 24° compleanno. Proprio qui ha cominciato a scrivere Hush, Hush. Cinque anni più tardi, con un bambino e un trasferimento in Colorado aveva finito il primo libro.
Nell’ottobre 2014 è uscito (negli Stati Uniti) il suo nuovo romanzo: “Black Ice”, l’avventura di Britt, la protagonista, e la sua migliore amica che rimangono bloccate in una baita in montagna con due misteriosi ragazzi, dall’aspetto sexy e… pericoloso.
Ha molti ricordi di quando era alle superiori cosa che probabilmente spiega perché scrive Young Adult. Non è mai stata una fan della scuola materna (si può quasi dire che l’ha odiata) per via di alcune mini “Mean Girls”. Al college ha attraversato una fase dove voleva fare la spia. Pensava che fare la spia fosse pericoloso e sexy. Se non scrive, probabilmente sta correndo, viaggiando o aggirandosi per scaffali di negozi di scarpe. Alle superiori faceva corsa campestre, suonava il clarinetto nella banda ed era membro di alcune associazioni.




Il mio commento: Porca miseria, che libro! Sono ancora tutta su di giri per la lettura!
Avevo deciso di leggere questo libro (nonostante il genere), perché l’autrice mi era piaciuta molto sulla saga “Il bacio dell’angelo caduto”, poi per un motivo o per un altro, ne ho sempre rimandato la lettura. Che sbaglio colossale! Questo libro è FA-VO-LO-SO!! Assolutamente da non perdere! Non ti molla un secondo dall’inizio alla fine e i colpi di scena sono uno peggio dell’altro (in senso buono, eh!)! 

La situazione… Britt convince la sua migliore amica Korbie, ad andare per le vacanze di primavera, invece che alla Hawaii come le loro compagne, in montagna a fare trekking. Britt è da un anno che si allena per questo suo progetto, riuscire a fare 65 chilometri in una settimana (anche se Korbie non è esattamente a conoscenza dei 65 chilometri). Ma dietro questa sua bizzarra decisione c’è un perché. Calvin, il fratello di Korbie, nonché ex di Britt, è un fanatico del trekking e lei segretamente spera che vedendola così intraprendente forse lui si rinnamori di lei e tornino insieme. Per gioia e allo stesso tempo terrore di Britt, Calvin viene costretto dal padre a fare da controllore alle ragazze e a Bear, il ragazzo di Korbie e quindi a unirsi alla comitiva. I quattro programmano di trovarsi alla casa in montagna dei genitori di Calvin e Korbie, ma in realtà partono con macchine separate. Il primo è Calvin, poi le due ragazze e infine dovrebbe raggiungerli Bear. Poco prima della partenza Britt, che è al distributore per fare il pieno alla macchina, incontra Calvin, che flirta con lei spudoratamente, nonostante lui l’abbia lasciata otto mesi prima. Tentando di far ingelosire Calvin, Britt si inventa che ha già il ragazzo e lo indica come il tipo che in quel momento stava entrando al distributore. Calvin, intuendo la balla bella e grossa che cerca di propinargli Britt, si dirige verso quel ragazzo, per dimostrare di avere ragione, ma incredibilmente il ragazzo, Mason, le regge il gioco. Britt non sa più quali santi ringraziare e la storia finisce con Calvin che se ne va con la cosa fra le gambe. 
Anche se in ritardo le ragazze finalmente riescono a mettersi in strada, ma, a poca distanza dalla casa, una tormenta fortissima le coglie impreparate e sono costrette ad abbandonare il veicolo in cerca di un riparo caldo. Ormai allo stremo delle forze, dopo un’ora di cammino nella tempesta, le due scorgono una baita e tutto sembra finalmente aggiustarsi un poco. Bussano a più non posso sulla porta, pregando i suoi abitanti di farli entrare e quando la porta di apre, Britt riconosce subito Mason in uno dei due ragazzi. Mason era stato così gentile ad aiutarla quel pomeriggio, però il ragazzo che si trovava davanti sembrava una persona completamente diversa. Insieme a lui c’era un altro ragazzo, Shaun, che, al contrario dello scorbutico e maleducato Mason, si dimostrava amichevole e contento di aiutarle. Con il disappunto di Mason, che cerca in ogni modo di mandarle via, le due entrano. Passa poco tempo prima che Britt si accorga che qualcosa non torna sulle storie che le racconta Shaun e infatti, subito dopo cena, lui tira fuori una pistola e le sequestra. Questo è l’inizio dell’incubo per Britt e Korbie, ma soprattutto per Britt, perché Korbie verrà abbandonata alla baita, grazie alla prontezza e all’intelligenza di Britt, dandole così qualche speranza in più di vita, mentre Britt verrà rapita da Mason e Shaun, con il compito di portarli giù dalla montagna il più in fretta possibile, nonostante la terribile tempesta. Fortunatamente aveva rubato nella macchina di Calvin una cartina molto dettagliata della zona, con tutti i punti di riferimento che lo stesso Calvin aveva scritto dopo anni di esperienza di trekking, e che, sbirciandola all’insaputa dei suoi sequestratori, la tiene in vita un po’ più a lungo. 

I personaggi… Britt è una ragazza molto intelligente, che però, ha sempre fatto affidamento sugli uomini della sua vita, prima il padre e il fratello maggiore e poi Calvin, il suo ragazzo. Non è mai stata costretta a sforzarsi più di tanto, perché c’era sempre qualcuno che la aiutava, ma qui, in mezzo al nulla, con la minaccia di morire, da fondo a tutta la sua volontà e tira fuori la vera se stessa, rischiando la vita per salvare quella di Korbie e salvando se stessa guadagnando più tempo possibile. È piena di risorse, anche se non se ne accorge finché non si trova nella posizione di averne bisogno. È coraggiosa e altruista. 
Korbie è la classica ragazzina viziata, che guarda prima se stessa e poi gli altri. Britt la giustifica sempre, essendo la sua migliore amica, anche quando Korbie non ha scuse e infatti, dai suoi atteggiamenti si capisce benissimo il suo carattere. 
Calvin invece non è stato viziato da piccolo, anzi, è sempre stato preso di mira dalle attenzioni del padre, che cercava in lui il figlio perfetto. Per questo Calvin è cresciuto odiando il padre e allo stesso tempo facendo di tutto per compiacerlo. Lontano dal padre però è un ragazzo spigliato, a cui piace flirtare. 
Shaun e Mason sono i due sequestratori, ma agli occhi di Britt i due hanno poco in comune. Non capisce bene la situazione, soprattutto all’inizio, con certi comportamenti di Mason, però si convince che quello più pazzo e pericoloso sia Shaun, mentre vede in Mason, una possibile ancora di salvezza. Tra una bugia e un’altra riesce in qualche modo a restare in vita anche se la situazione si fa sempre più confusa e il confine tra buono e cattivo si confonde sempre di più. 

Le mie emozioni… Il libro si apre con la storia di Lauren, una ragazza che viene uccisa, anche se tutti presumono che sia annegata in un lago. Questo aggiunge ancora più mistero a tutto il libro, ma soprattutto da indizi che portano nella direzione giusta e nella direzione sbagliata per risolvere l’enigma della storia. È stata una lettura particolarmente intensa! Se in un primo momento (tutto il libro eccetto l’epilogo) sono stata in un’ansia totale, con tanto di palpitazioni e pelle d’oca, all’ultimo (l’epilogo appunto) tutto si capovolge e non riesci a smettere di leggere perché devi sapere come andrà a finire! Una lettura pazzesca che mi ha fatto perdere il sonno (non scherzavo sulle palpitazioni, in alcune scene avevo paura quanto Britt) e che mi ha regalato tantissimo. Una storia che mi ha sorpreso, per la quantità di colpi di scena e degli indizi fuorvianti che ti facevano davvero domandare se quella che pensavi essere la soluzione era giusta o sbagliata. Molte delle cose le ho azzeccate, ma rimaneva comunque un punto di domanda ogni pagina perché non sapevi cosa aspettarti. 

Conteggi finali… Una rilettura può sembrare superflua, visto che si è ormai scoperta la fine, ma tutti i particolari della storia ti prendono troppo per pensare a come va a finire. L’angoscia di certe scene è troppo forte per ignorarla anche se sai già come si conclude. Ed è per questo che non vedo l’ora di rileggerlo il prima possibile, ovviamente dopo aver finito la Summer Reading Challenge!!


Dal libro: Corremmo alla porta e bussai. Non attesi la risposta per cominciare a tartassarla colpi. Korbie mi imitò, i pugni che picchiavano sul legno. Non mi lasciai il tempo di pensare: E se non viene nessuno? E se sono andati via lasciando il camioncino? E se saremo costrette a entrare senza autorizzazione? Ero sicura che avrei cercato di sfondare la porta, se fosse stato necessario.
Un attimo dopo dei passi risuonarono al di là della porta e io mi sentii inondare dal sollievo. Udii uno scambio di voci concitate. Perché ci mettevano tanto? Presto, presto/, esortai mentalmente. Aprite. Fateci entrare.
Le lampade della veranda si accesero d’improvviso, abbagliandoci come riflettori.
Sussultai, tentando di abituare la vista: camminavamo al buio da così tanto tempo che la luce mi feriva gli occhi.
Sentimmo il chiavistello che scorreva. Poi la porta si aprì con un cigolio. Due uomini occupavano la soglia, il più alto indietro di qualche passo. Lo riconobbi subito: portava la stessa camicia a quadri e gli stessi vecchi stivali di quel mattino. I nostri sguardi s’incontrarono e per un istante nel suo vidi solo sorpresa. Poi mi fissò e, quando mi riconobbe, la sua espressione diventò ostile.
«Mason?» dissi.



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