domenica 16 agosto 2015

Recensione di Non c'è niente che fa male così di Amabile Giusti

Recensione

Titolo: Non c'è niente che fa male così

Autore: Amabile Giusti

Anno: 2009

Genere: Narrativa / Romance

Pagine: 231

Prezzo: 1.99 €
Formati: 

Disponibile su: 



Trama di Non c'è niente che fa male così: Lei è Caterina, una giovane donna che all’età di sei anni ha visto infrangersi la propria infanzia. La persona più importante della sua vita l’ha abbandonata in modo violento, e per lei non ci sono più stati giochi, risate, gocce di profumo al mughetto dietro le orecchie e caramelle alla menta che frizzano sul palato. Le è rimasta un’immensa ferita nascosta destinata a sanguinare per sempre. Undici anni dopo, Caterina non ha amici, è più matura della sua età, è troppo matura per la sua età. È strana, complicata, i compagni di scuola la osservano con compassione e sospetto, come guarderebbero una creatura sospesa tra un usignolo ferito e un angelo caduto. Ha un pessimo rapporto anche coi suoi genitori: con una madre anaffettiva, austera, che la colpevolizza sempre e un padre riservato e assente. 
Poi, un giorno, inaspettatamente, come se il destino avesse deciso di rimescolare le carte, Caterina scopre il motivo di quel tragico evento lontano. In un diario ritrovato, legge una storia di cui non sapeva nulla, una rivelazione che alimenta in lei un viscerale desiderio di vendetta. 
Lui è Marco, ha trentasei anni ed è un uomo deluso dalla vita. Si incontrano in una libreria, apparentemente per caso, ed entrambi si rendono subito conto che fra loro c’è qualcosa di profondo: un’affinità, un’amicizia, o perfino di più? Come gestire un legame che travalica le previsioni e la prudenza e diventa sempre più importante? 
Una storia incalzante, tra presente e passato, che parla di vite spezzate, segreti inconfessabili ed esseri umani imperfetti, mediocri, fragili e crudeli. Ma anche di amore: un amore inatteso, odioso e sublime, carnale e purissimo. 


Biografia di Amabile Giusti: è nata in Calabria ed è lì che vive ancor oggi: proprio sulla punta dello stivale, fra il mare e la montagna, vicino a una distesa di verde che, vista dall’alto, sembra la sagoma di un cavalluccio marino. Ha frequentato il liceo classico e si è laureata in Giurisprudenza. Fa l’avvocato ma non si sente avvocato. Scrivere è la sua vita vera, al di fuori degli schemi imposti dal linguaggio secco e avaro del diritto. Si addormenta la sera sognando di scrivere, si sveglia la mattina con lo stesso chiodo fisso in testa, non è escluso che perfino davanti a un giudice, mentre perora una causa, la sua mente divaghi pensando a come plasmare una storia o finire un capitolo. 
Dunque non sceglietela come avvocato, scriverebbe una citazione pensando alle favole! 
È un tipo che ascolta molto e parla poco ma quando scrive non si ferma più... 
Se volete farla contenta regalatele un saggio su Jane Austen, un ninnolo di ceramica (preferibilmente blu), un manga giapponese, o una piantina grassa (più spine ci sono meglio è). Preferibilmente tutti insieme. 
Spera di invecchiare lentamente (perché questo pare sia l’unico modo per vivere a lungo...) ma mai invecchiare dentro! Dentro avrà sempre un’età con poco passato e molto futuro e scarsa saggezza.





Il mio commento: Se avete già letto qualche mia altra recensione, saprete anche che è raro che io legga la trama prima di leggere un romanzo e quindi prendo un libro a scatola chiusa, senza sapere bene cosa aspettarmi. Di solito mi lascio guidare dalla prima impressione, cosa che a volte mi delude ma a volte mi sorprende in senso positivo. Come per questo libro! Mi ha davvero stupito! Una storia al limite dell’ordinario, ma che è straordinaria.

La situazione… Caterina all’apparenza è una ragazza strana. Preferisce la solitudine allo stare insieme alla gente e si estranea spesso e volentieri dal mondo che la circonda. Sua sorella Loretta, si è suicidata davanti a lei e Loretta era il mito di Caterina, l’unica persona che amasse davvero, almeno fino a quel gesto sconsiderato. Questo fatto le ha cambiato la vita e ne è rimasta profondamente segnata. Ma Caterina ha molti segreti per il mondo esterno, come la sua relazione con Marco, un uomo molto più grande di lei e per giunta sposato. A soli diciassette anni infatti, è una ragazza molto matura, che ha affrontato molto nella sua vita e questo suo bagaglio la porta a prendere le scelte che prende. La storia parla di queste scelte e delle conseguenze che avranno su di lei e sulle persone accanto a lei. Un viaggio alla ricerca di quella verità che ha portato Loretta a togliersi la vita, un viaggio alla scoperta di un nuovo modo di riuscire a vivere sul serio. 

I personaggi… Caterina è una ragazza molto riservata, che arriva quasi a soffrire di attacchi di panico se le persone le rivolgono troppe attenzioni. Il trauma di vedere sua sorella morire l’ha distrutta, trasformandola in un’altra persona, ma crescendo, e soprattutto grazie alle esperienze di vita che fa, il suo mondo diventa un poco più grande. Grazie anche a persone genuine e inarrestabili come Filo si apre un poco di più verso il mondo. In famiglia viene oppressa dalla madre, che non l’ha mai veramente amata, non come con Loretta. Una donna bigotta, chiusa che non lascia nemmeno l’aria per respirare a Caterina. Non le permette di fare niente e la fa sentire una nullità. Caterina è una bella ragazza, ma per colpa della madre si sente malissimo per il suo aspetto fisico, credendo che ci sia qualcosa che non va in lei, quando invece a non andare è l’atteggiamento della madre. Il padre invece si preoccupa all’inverosimile per lei, dopo quello che è successo alla figlia maggiore, ma appena la ritrova sotto la sua ala protettiva si trasforma, ritornando a essere l'uomo che ormai non presta più attenzione a nulla. Il vero problema però è la relazione con Marco, che la consuma, soprattutto i sensi di colpa per quei sentimenti che comincia a provare, ma che non dovrebbe provare. Si sente sporca, bugiarda, che non si merita di vivere felice. Con Marco è un po’ un tira e molla, con lui che dice di amarla, ma dopo pochi momenti insieme, terrorizzato dall’idea che qualcuno scopra la loro relazione, scatta e fugge il più lontano possibile, non facendo altro che aumentare l’insicurezza di Caterina. Per Marco, avvocato e pittore mancato, con una barca di soldi alle spalle, non è una novità tradire la moglie, ma alla fine tutte le sue scappatelle terminano e lui ritorna da lei. Con Caterina però è diverso, ne è veramente innamorato, o almeno questo è quello che continua a ripetere a se stesso e a lei. L’essere totalmente succube della moglie, e l’avere una figlia che non lo rispetta, lo portano a cercare quel qualcos’altro al di fuori della sua famiglia. Filo è un ragazzo parecchio strano, che non resta zitto un secondo, spesso dicendo le cose più assurde, ma è proprio questo suo straparlare che lo rendono dolce e avvicinabile agli occhi di Caterina. È nuovo nella sua scuola e il loro primo incontro avviene in autobus, quando lui, anche se con l’autobus quasi vuoto a tutti i costi si siede accanto a lei e attacca bottone, o meglio, spara una raffica di cose, alle quali però lei non risponde mai, se non con qualche gesto o con monosillabi. 

Le mie emozioni… Prima ho parlato di come il mondo di Caterina sia diventato un poco più grande ed è successo lo stesso anche a me leggendo questo libro. Sin dalle prima righe mi ha catturato il modo di scrivere dell’autrice, e l’uso di alcuni vocaboli più inconsueti. Come se parlasse di una storia passata, successa molto tempo fa, ma allo stesso tempo molto moderna. Una storia che parte da un evento drammatico, che però poi si evolve in una storia di sopravvivenza, di mistero e di amore. Una storia struggente che conquista tutti per la consistenza reale dei fatti, ma allo stesso tempo senza farli sembrare troppo pesanti. Un romanzo ricco di riflessioni, che spiegheranno, secondo i vari punti di vista dei personaggi, il perché dei loro comportamenti. 

Conteggi finali… Questo libro merita davvero. Non è pesante, né noioso, e combina la giusta dose di sofferenze e colpi di scena per tenere il lettore attaccato alle pagine. 
Mi ha stupito perché è diverso dal solito, non i classici romanzetti young adult dove ti aspetti più o meno le stesse cose, ma un romanzo intenso e ricco sotto ogni punto di vista.  
Questa era la mia penultima tappa della Summer Reading Challenge (sono in ritardissimo lo so!). Sono ormai agli sgoccioli perché manca un solo libro.


Dal libro: Eccolo, il suo diario. Più piccolo di un quaderno, ma spesso. La copertina di raso lilla. Il lucchetto. Polvere dappertutto, ruggine nelle parti metalliche, graffi sul disegno all’angolo, sul viso di una dama dell’Ottocento che scrive sotto la luce rotonda di un lume a petrolio. 
Non è difficile scardinare anche quella chiusura, non è affatto difficile per una che si sente addosso quella strana forza, quel coraggio, quella voglia irruente di sapere tutto ciò che c’è da sapere dopo anni in cui ha fatto il possibile per non saperlo. La minuscola serratura ossidata salta, rintocca a terra e si ferma in mezzo alla polvere. 
Allora, Caterina legge. 
Col cuore in bocca, legge. 
Niente di ciò che succede, succede invano.


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